Ha creduto in un’avventura. Il suo mulino ora è un modello

Chiara Viglietti | La Stampa 2 aprile 2016
Chiamato dal patron della Diesel a “raccontarsi” ai dipendenti
Uno degli uomini più ricchi al mondo secondo Forbes, il patron della Diesel Renzo Rosso, l’ha chiamato in Veneto per raccontare ai dipendenti sparsi per il mondo la storia del suo mulino. A moderare l’incontro Mario Calabresi, direttore di Repubblica. Sul palco un giovane imprenditore che ha cambiato la storia della sua famiglia e della sua impresa, sulla provinciale tra Pogliola e Cuneo. Si chiama Aldo Bongiovanni. Ed è uno di quei trentenni che ha «visto lungo». Ha creduto in un sogno – quello di recuperare un vecchio mulino a pietra – e l’ha messo a frutto.
Suo padre gli diceva: «Sei matto». La madre, invece, gli ha dato fiducia e un assegno da 10 milioni di vecchie lire. Succedeva 15 anni fa. Oggi la sua azienda ha un fatturato di due milioni e mezzo di euro.
Nel frattempo Aldo ha riscoperto un centinaio di tipi diversi di farina, da quella di canapa a quella di castagne garessine. Poi ci sono semola, cereali, legumi, muesli. Aldo li vende in tutto il mondo. Grazie a un’intuizione che ha fatto la sua fortuna: la vendita on line. «Oggi rappresenta l’80% del nostro mercato», dice orgoglioso.
Una risposta per tutti
Aldo cura un blog salutista, un e-shop di prodotti naturali e il sito del mulino. Su Facebook i clienti chiedono consigli sull’impasto del pane. Lui risponde a tutti, dispensa ricette e offre consigli.
Ma c’è qualcosa di più: Aldo piace. Ai clienti, che fanno la fila per incrociarlo mentre impila sacchi di farina. E agli imprenditori che, come Rosso, lo invitano per capire che ne pensa del mondo. Perché ha uno stile tutto suo: «Sono un ragazzo semplice. E in giro per l’Italia racconto solo quello che ho dentro. I miei sogni, i valori in cui credo». Che sono tutti dentro il suo modo di fare impresa, un omaggio al ricambio generazionale: 12 dipendenti, tutti sotto i 35 anni di età. E nel suo stile di vita, che è lo specchio di un altro modo di intendere il progresso come un processo etico. «Io ho un senso sacro della natura – dice -. Per questo il mio mondo è ibrido: auto ibrida, motorino ibrido e quando posso mi muovo a piedi».
Poi c’è il suo studio, dove la scrivania e la libreria sono fatti con materiali di riciclo, e il mulino, un esempio di bioedilizia. Infine le idee, che non stanno ferme mai: «Stiamo progettando un mulino per i prodotti gluten free che sarà attivo entro l’anno. Il mio successo? Ho solo messo a frutto una parola in cui credo: contaminazione».